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Un lieve rumore costante.doc

Aperto da Enriko12, 7 Gennaio 2002, 15:12:48

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kangi986

no  :angry:  :angry:  :angry:
L'ehhhhhh è come dire: MA COME CAZZO PARLA???
ciao a tutti
basciamo le mani
stupido è chi lo stupido fa!!! (Forrest Gump)

Enriko12


kangi986

Fucks & Sucks  :D  :D  :D

ciao a tutti
basciamo le mani
stupido è chi lo stupido fa!!! (Forrest Gump)

Enriko12

Una figura vestita di nero guardava dalla finestra la luna che lentamente cedeva il passo, un lieve riflesso del vetro mostrava di sfuggita il suo volto.
Era un volto che non pareva umano e forse non lo era da tanto tempo che quel palazzo forse lo aveva visto sorgere e con esso tutta la città.
Quella città che cento anni prima divenne la capitale dell'impero.
L'impero ancora gestito dall'anziano Lonmir.
Gli occhi erano quelli che colpivano di più perché il loro colore era rosso vivo, come se ardessero. In essi vedevi l'inferno.
I capelli lunghi e bianchi come il latte scendevano folti lungo la schiena.
"Entra pure Epek" disse alla stanza come se essa potesse udirlo, poi dopo poco qualcuno bussò alla porta.
Una figura incappucciata entrò lentamente zoppicando e disse: "L'anziana Mitia, maestra delle illusioni, ci ha abbandonati senza compiere la sua missione."
"Già ne ero al corrente, ma se non sbaglio noi abbiamo ancora in pugno quei piccoli ribelli. Vero?"
"Certo... certo, Padron Zaghael"

Scendemmo le scale più velocemente possibile, erano piccoli gradini ripidi di roccia, l'umidità regnava incontrastata ed era terribilmente buio, Ronji restava dietro di me e cercava di seguirmi, ma faticava parecchio.
Quella donna, prima di morire, non aveva risposto alle mie domande anzi ne aveva poste di nuove... nuovi quesiti che si aggiungevano alla lista.
Costei non conosceva chi ci aveva creato e anzi era stupita della nostra potenza. Diceva che aveva impiegato un centinaio di anni per divenire ciò che era e nonostante questo ora era solo una piccola e insignificante anima che vagava per i gironi degli inferi.
Chi era il suo padrone?
Chi era che dirigeva questo gioco?
Troppe domande senza risposta.
Era proprio una brutta situazione e forse ve lo ho già detto, io odio le brutte situazioni.

Arrivammo in una grotta sotto la città.
Era enorme.
Non saprei come descrivere questo luogo se non come una parte mancante di terra, come un cancro che aveva divorato (e lo stava ancora facendo?) le fondamenta della città, come se questa grotta si estendesse sotto tutta la città, ma non era un'illusione.
Al fondo delle scale notammo la debole luminescenza che permeava quel luogo e pareva venire da nessun punto in particolare, ma si estendeva per l'intera grotta.
Eravamo dunque arrivati sotto la cattedrale illusoria, passando per un ingresso da tempietto. Cosa si poteva trovare al suo interno?
Avanzammo cauti Ronji e io (che continuavo a tenere sulla spalla la croce con su Kymi) cercando un posto dove nasconderci per il giorno che oramai era sorto e che ci aspettava la sopra pronto a colpirci come una serpe.
Un labirinto di forme rocciose ci impediva di vedere ad altezza d'uomo, anche se vedevamo il soffitto, e così pensai bene di sollevarmi cautamente da terra coi miei poteri.
Sentii un urlo agghiacciante.
Mi voltai in quella direzione e vidi un gruppo di cani feroci che stavano cibandosi di carne.
Carne umana.
Viva.

Non potevo aspettare, l'intervento era necessario.
Scesi a terra e comunicai a Ronji la cosa, il quale si occupò immediatamente di salvare quell'essere che sotto i morsi delle bestie stava morendo.
Io appoggiai delicatamente a terra la croce. Ronji scomparve in un'ombra.
Il suo viso così delicato segnato dalla sofferenza.
Le lacrime amare che scorrevano lungo il corpo.
La sua ferita sul cuore che ancora colorava di rosso sangue il suo candido vestito bianco.
Kymi.
Cosa ti hanno fatto?
Ronji fu subito di ritorno.
Aveva entrambe le mani occupate, in una si dibatteva un essere grosso come un cane, ma pareva un topo di dimensioni enormi, non era un topo comune e ne percepii la fame di carne e la sete di sangue. Topi cresciuti col sangue di noi esseri dannati. Non credevo avesse effetto sugli animali.
Nell'altra mano invece penzolava un corpicino, un bambino?
Avevano dato in pasto a quegli esseri un bambino?
Ma sembrava diverso, no, non era un bambino bensì un uomo dalle dimensioni minute, un nano.
Era sporco di sangue e i vestiti erano laceri, brandelli di carne pendevano qua e là rosicchiati, non sarebbe rimasto in vita ancora per molto, questione di minuti, stimai.
Ronji mi guardò come per sapere come comportarsi.
Pensai per un secondo all'ipotesi di farlo divenire come noi, probabilmente sarebbe sopravvissuto.
Però non mi potevo più accollare l'idea di aver dannato un'altra anima che nulla poteva se non essere preda della sventura. Dissi a Ronji di lasciarlo morire in pace, ma ebbe una reazione strana.
Subito non me ne accorsi, ma quando compresi era tardi. Era fuggito in un'ombra portando con sé il morente, voleva farlo lui! Era solo curiosità? O forse pietà? O ancora il dimostrare a se stesso di essere al mio pari? O per dimostrarlo a me?
Presi quel "topo", se così si poteva definire, e lo stritolai tra le mie mani, sentendo le sue ossa cedere sotto la pressione e frantumarsi penetrando negli organi vitali.
Fece un lieve squittio e smise di muoversi.

kangi986

molto interessante anche se un pò schifosetto verso la fine.
ciao a tutti  
basciamo le mani
stupido è chi lo stupido fa!!! (Forrest Gump)

Enriko12

e' un racconto horror... ha scene splatter....°_°

p.s. plis non repliyate seno' rimane un casino  ???

Enriko12

Tolsi lentamente i chiodi che tenevano Kymi legata a quella croce e la adagiai delicatamente a terra, aveva bisogno di un po' di tempo per riprendersi evidentemente.
Non era ancora conscia, per fortuna.
Intorno a lei dei rampicanti sfondarono il terreno e la chiusero come in una gabbia, per proteggerla e lentamente fu come inghiottita dal terreno.
Sarebbe tornata presto come prima, doveva solo riprendersi, le diedi un ultimo saluto mentre svaniva.
Valutai ora la croce su cui prima giaceva il corpo di Kymi, era enorme, all'incirca alta due metri e larga uno nel braccio più corto, era ben rifinita e ornata di un leggero motivo in rilievo in stile barocco. Era fatta in una lega di acciaio molto resistente, sicuramente di fattura recente ben lucidata, impreziosita qua e la da alcune gemme preziose. Nel suo insieme una decorazione molto appropriata per un luogo sacro, non certo come mezzo di tortura...
Decisi di tenerla e portarla sulla spalla, infondo non era male e mi sarebbe dispiaciuto gettarla o abbandonarla in questo luogo.
Ronji non fece ritorno e io ero rimasto nuovamente solo e oramai preda del torpore che mi coglieva decisi di nascondermi dietro una sporgenza rocciosa cercando di essere il meno appariscente possibile.
Però non mi sentivo sufficientemente protetto e temevo un attacco diurno da qualche mostro che abitava nel sottosuolo cittadino. Meditai un attimo su ciò che succedeva a Kymi e mi chiesi se pure io potevo svanire nel terreno. Infondo era sotto terra il mio posto.
Fu così che lentamente svanii nel terreno.
Era come ritornare all'inizio.
Era come ritornare nel grembo materno.
Che sensazione di protezione, che senso di calore.
Nella terra sotto la città mi abbandonai al riposo tipico della nostra specie, molto più simile alla morte che al sonno umano.

Il giorno successivo, o almeno credo lo fosse visto che non potevo vedere il cielo, mi destai in forma come non mai, sentivo il mio corpo al pieno delle sue potenzialità, però la sete di sangue tornava come sempre a tormentarmi al risveglio.
Sentivo la fame che mi lacerava le interiora, ma non avevo possibilità di nutrirmi al momento, forse più avanti avrei trovato qualcosa di cui cibarmi.
Mi incamminai così solitario per questi cunicoli che formavano la grotta sotto la città fino a che sentii uno scroscio lontano come di una cascata.
Una cascata sotterranea? Forse un fiume...
Mi avvicinai sperando di trovare una via di uscita sicura e magari anche Ronji che non sapevo dove fosse e temevo ora per la sua esistenza.
Il colpo fu abbastanza deludente e nell'insieme penso che una cosa così brutta non l'avevo mai vista prima d'ora.
Ma infondo e' normale mi dissi in un secondo momento.
Cosa può scorrere sotto una città?
Un enorme e putrido fiume di rifiuti biologici ed escrementi vari scorreva lento tra le rocce e pareva provenire da poco più in alto da cui cadeva con un sordo rumore nella pozza sottostante nella quale gorgogliava per alcuni attimi per poi ripartire mesto verso un altro punto imprecisato di cui non vedevo la fine.
Il tanfo era fortissimo e temo che qualsiasi umano sarebbe già fuggito in preda agli spasmi dell'asma, invece io rimasi lì a guardare per alcuni attimi cosa nascondeva la bellezza che sopra regnava.
Mi incamminai lentamente lungo questo "fiume" seguendone il corso per trovare una via di uscita, sarebbe pur sbucato da qualche parte, mi dissi.

Vagai per circa una mezz'ora prima di giungere in un punto in cui il "fiume" spariva in una fenditura nel terreno.
Rimasi un po' amareggiato perché la mia soluzione non aveva portato a nulla, non potevo certo gettarmi in quella melma che andava più a fondo nella terra.
Mi voltai e feci quasi un salto per la sorpresa.
Ronji.
Lasciai cadere la grossa croce e lo abbracciai, felice per averlo ritrovato.
Vicino a lui era presente anche la persona minuta che aveva portato via il giorno prima.
Certamente mi pareva in condizioni migliori del giorno precedente anche se molte ferite erano ancora visibili ora sembrava in grado di camminare e sarebbe sopravvissuto, se così si può dire.
Ronji ne aveva fatto un suo "figlio" e lo si poteva vedere chiaramente.
Per un attimo incrociai il suo sguardo e cercai di leggere nella sua anima, ma rimasi deluso dal fatto che per la prima volta non ci riuscii.
Pensai che potevo fallire anche io, una volta.

Zephiro

ma ora siamo passati al sadomasochismo???
LA NOSTRA DESTINAZIONE NON E' MAI UN LUOGO, MA UN NUOVO MODO DI VEDERE LE COSE (H.Miller, studioso di turismo)
NON POTREI MAI ESSERE DONNA, STAREI TUTTO IL GIORNO A TOCCARMI LE TETTE! (Woody Allen)
SE CREDO IN DIO? CREDERE E' UNA PAROLA GROSSA, DICIAMO CHE LO STIMO (Woody Allen)

Enriko12

Ronji fece le presentazioni, seppi così il suo nome: Kino.
Le sue origini erano delle terre dell'est, ma di più non riuscimmo a sapere, non diedi troppo peso alla cosa infondo avevamo tempo per discutere...molto tempo, oserei dire l'eternità.
Fatto il punto della situazione restava ora da decidere che strada seguire, visto che il fiume non era più percorribile.
Fu così che iniziammo a girare per quella caverna umida e buia, alla ricerca di una via di uscita, oramai ci eravamo persi completamente e io non ero più in grado di sollevarmi da terra, a dir la verità non ero più in grado di far molto, mi sentivo stanco e affamato.
La sete mi stava divorando dentro e non potevo far nulla per alleviare il patimento.
Anche Ronji pareva messo male, forse persino peggio di me, nonostante cercasse di nasconderlo, l'unico che sembrava ancora completamente in sé era Kino.
Seguivamo una strada tra le rocce, ma ogni volta lui diceva che non era la strada giusta, che aveva già girato là sotto e sapeva che non portava da nessuna parte. Ma non conosceva una via d'uscita.
Vagammo, per ore.
Buio.
Sete.
Buio.
Sete.
Freddo.
Oramai mi trascinavo solo più, non sapevo se fosse giorno o notte all'esterno, eravamo così distanti dal mondo esterno, dal mondo vivo.
Eravamo come seppelliti lì sotto. Che amara giustizia in questo.
Vagavamo, seguivamo Kino e continuavamo a restare lì sotto.
Nulla cambiava.
Ero preda dello sconforto e più cercavo di parlare con lui più questo mi colpiva.
Sete.
Buio.
Sete. Sete. Tanta Sete.
Dentro sentivo come un freddo intenso che intorpidiva le mie membra.
Il calore del sangue. Così dolce.
Non pensavo più ad altro. Io e Ronji stremati seguivamo quell'uomo minuto in preda allo sconforto.
Lui continuava a parlarci di quel luogo abominevole.
Freddo.
Buio.
Non mi reggevo più in piedi, sentivo il sonno che mi prendeva.
Dovevamo fermarci.
In un punto imprecisato io e Ronji cademmo al suolo stremati.

Freddo.
Buio.
Io sono Joshua. Sono un essere dannato.
Perché vivo seppur morto?
"perché devi vendicarci"
Vendicare chi?
"noi, tuoi simili"
Vendicare chi?
"noi, tuoi fratelli"
Vendicare chi?
"noi, tuoi padri"
Perché mi parlate nella mente?
"noi siamo morti"
Io non vi conosco
"siamo vissuti prima di te"
Meritavate la morte.
Merito la morte.
"noi eravamo migliori"
Distruggere la vita altrui  è sbagliato, voi eravate sbagliati, io sono sbagliato.
"noi non distruggevamo"
Voi uccidevate per cibarvi.
"noi non distruggevamo"
Voi non potete usarmi.
Io sono libero.
Io voglio morire.
Io devo, morire.

Risveglio.
Sete, troppa.
Freddo, troppo.
Buio.
Mi alzo a fatica.
Ronji mi imita.
Seguiamo Kino come due burattini.
Lui parla, io oramai non ascolto nemmeno più, Ronji neppure.
Cammino.
Tempo.
Buio.
Freddo.
Sete.
Quanto tempo era passato da quando avevamo iniziato a vagare?
Quanto tempo era passato da quando mi ero cibato l'ultima volta?
Quanto tempo era passato?
La mia mente oramai era come staccata dal corpo.
Io ero la mente.
Io pensavo.
Loro si cibavano di esseri umani.
Loro subirono la vendetta degli esseri umani.
Loro meritavano di morire.
Loro mi usano per tornare come prima.
Loro sono il Male.
Devo fermarli.
Devo impedirlo.
Devo morire.

Ronji mi guarda.
Ha il volto pallidissimo.
Gli occhi vitrei.
Mi dice che usciremo di qui.
Incomincia a ridere.
Poi piange, triste.

Esisteva ancora la luce?
Esisteva ancora un mondo a cui tornare?
Esisteva ancora un senso per continuare?
La fine era l'unica via di fuga.
Kino oramai avanzava urlando: "Madre mi hai abbandonato", "Madre mi hai abbandonato", "Madre mi hai abbandonato".

Esistevano solo più la grotta buia, il freddo e la sete.
Erano le uniche certezze che mi facevano ragionare ancora.
Kino era pazzo. Noi lo eravamo diventati. Saremmo morti. Era giusto così.
Meritavamo solo quello.
Dovevamo morire.
"non devi dimenticare"
Cosa?
"non devi dimenticare la vendetta"
Cosa c'era da vendicare?
"il tradimento"
Volevo scappare da tutto, dalla grotta, dalle voci, da me stesso.
Sprofondai nella terra.

kangi986

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ciao a tutti
basciamo le mani
stupido è chi lo stupido fa!!! (Forrest Gump)

Enriko12

be' sta parte e' un po' in stile evangelion ultima puntata o almeno mi ricorda quello anche se non era quello che volevo ottenere... mmm dovrei rileggerli prima di postarli

Kangi come mai ste faccine?

Enriko12

Sveglio.
Buio.
Freddo.
Sete.
Muoversi, in cerca di cibo.
L'odore del sangue così forte.
Sete, seeete.
Ecco, un corpo che si muove, cibo.
Mi avvento sopra di esso.
Il calore del sangue e la sua dolcezza mi diedero una sensazione così magnifica, ero come in trance, con gli occhi chiusi non facevo altro che assaporare quella sensazione sublime, nessun mortale può sapere cosa essa provochi, non è paragonabile a nessuna sensazione umana, sentire quel liquido come droga che scende nel corpo e placa un tormento indicibile.
Una risata?
Torno lievemente in me e cerco di capire chi stia ridendo, sono così felice che lo potrei fare pure io.
Mi accascio a terra e rido anche io, rido di gusto come non avevo mai fatto prima.
Una risata di felicità per un desiderio appagato.
Apro gli occhi lentamente.
Ahh, la luce mi ferisce.
Li richiudo e cerco lentamente di abituarmi a tutta quella luminosità.
Sfocato, mmm vediamo un luogo marrone con una forte luce in un punto.
Il marrone è del legno, la luce pare una torcia.
C'è una figura li vicino.
Il legno lentamente si trasforma e diventa un tavolo di quelli antichi, alcune librerie intorno piene zeppe di libri, libri per terra, accatastati, libri sul tavolo.
La torcia è una candela che brucia nel suo portacandela, un librone è aperto sul tavolo e una figura vi stava leggendo come se l'avessi distratta. Il pavimento è in legno.
La figura è un uomo, anziano, ha una barba lunga grigia, i capelli anche lunghi, ha un aspetto trasandato, pare un luogo fuori dal tempo.
Dunque, ricapitolando: sono in un studio con un vecchio, come ci sono arrivato? Eppure sono sicuro di esserci arrivato con le mie forze, nonostante guidato da un cieco impulso divoratore.
Sono seduto a terra, il vecchio mi guarda ma sembra non dare molto peso alla mia presenza.
"chi sei?", chiedo.
"esci fuori dal nulla senza presentarti e poi fai queste domande?", risponde lui con una voce molto profonda e stanca, dopodiché riprende a leggere il suo libro per nulla turbato.
"io sono Joshua, mi spiace se vi ho disturbat..." al diavolo avevo appena saziato la mia sete con qualcosa che ora era probabilmente morto!
Giro lo sguardo: una donna.
Occielo no! Jessy! La vera Jessy, quella umana!
"no, noooo" dico solo incredulo scotendo la testa.
"cosa hai, rinneghi forse la tua natura? Avevi fame, ti sei saziato. Fine della questione."
"come?...lei?...io?...tu chi sei?"
"sei confuso ragazzo mio, lascia che ti chiarisca un po' le idee, la tua amichetta umana è morta e sei stato tu ad ucciderla, per quanto riguarda come tu sia arrivato fin qui penso sia stata la sete a guidarti favorendo qualche tua abilità che ancora non conosci di viaggiare attraverso il terreno."
"io...la ho uccisa! Come posso averlo fatto? Era innocente... non doveva morire...Kymi ora mi odierà...non posso più salvarla... ma posso renderla una di noi... così tornerà a vivere..."
"a vivere una falsa vita? Una non-vita? Lasciala morire in pace e non allungare le sue sofferenze ulteriormente..." lo disse continuando a leggere il librone sul tavolo.
"io..."
"tu sei un assassino Joshua, la tua razza è una razza di assassini e come tali vi comportate, quindi hai solo rivelato la tua natura, l'istinto non tradisce, il tuo cuore non è puro come credi, la tua dannazione non ha vie di scampo."
"io..."
"perché ti ostini a continuare? Perché non finisci qui le tue sofferenze e di quelli che ti sono cari? Non indugiare, renderai solo più difficile continuare e moriranno altre persone innocenti."
"tu...forse hai ragione...io dovrei morire e così finirebbe la razza maligna dei vampiri."
"saggia risposta."
"io...mi abbandonerò al calore del sole, per la prima ed ultima volta..."
Feci per alzarmi ma qualcosa dentro di me improvvisamente si accese come un disco rotto ripetè una frase: "il tradimento, il tradimento, il tradimento,... vendicare il tradimento".
Ancora quelle voci, a migliaia echeggiavano nella mia testa, ricaddi seduto tenendomi la testa tra la mani, sul volto un'espressione di sofferenza.
Il vecchio parve notarlo, "cosa aspetti allora? Il sole ti attende dietro quella porta..."
No, no, no, la vecchia illusionista parlava di un maestro ed era una di noi, esistevano ancora altri della nostra specie non potevo morire senza averli distrutti prima. Dovevamo morire tutti. Era giusto così.
Non dovevo abbandonare tutto ora.
Dovevo far tacere quelle voci, dovevo resistere allo sconforto, dovevo resistere alla proposta del vecchio saggio.
"perché mi dici di morire? Io non posso morire sapendo che altri della mia specie continueranno ad esistere, devo proteggere gli umani."dissi, "devo salvarli" poi riflettei un attimo su ciò che avevo detto, proteggere gli umani, non era proprio il mio desiderio, non era solo un mio volere, lo voleva anche la mia anima nel profondo e me ne resi conto solo ora...ma la mia anima non era forse ciò che ero io? E come poteva volere qualcosa indipendentemente da me? Le voci echeggiavano nella mia testa, urlavano e non riuscivo a capire, premetti le mani sulle orecchie mentre la testa mi doleva, poi successe qualcosa di più inaspettato.
Persino l'anziano distolse la sua attenzione dal librone su cui sembrava ancora intento a leggere fino a poco prima.

Alcuni libri caddero dalla libreria sulla destra, poi altri a sinistra.
Delle lunghe radici verdi si stavano lentamente facendo strada verso l'interno della stanza, tante radici, lunghissime, crescevano in modo smisurato, stavano avvolgendo tutta la libreria.
Il vecchio si alzò dalla sedia posta vicino al tavolo con aria stupita e intanto le voci nella mia testa cessarono di colpo.
Ero ancora seduto a terra  non capivo che stava succedendo.
Poi la libreria cadde con un rumore fragoroso e si alzò una nuvola di polvere, che annebbiò la vista per pochi istanti.
Dietro ad essa vi era una intera pianta enorme, con un fiore enorme al centro, bianchissimo, che emanava un profumo inebriante e riempiva il cuore di gioia il solo vederlo.
Era bellissimo.
Perfetto direi.
La scena rimase come congelata alcuni istanti in cui né io, né l'anziano capivamo il significato di quella intrusione.

kangi986

perchè sono rimasto indietro con la storia e tu scrivi ogni volta 30 pagine   :angry:  :angry:
ciao a tutti
basciamo le mani
stupido è chi lo stupido fa!!! (Forrest Gump)

Enriko12

muahahahahhaahhahahah  :D
e dire che sono partito dall'rpg maker con cui volevo fare un giochetto rpg proprio con questa idea base, che non posso spiegarti perche' e' il colpo di scena finale :P
ammazza quante idee mi vengono mentre sono al lavoro, ho riempito il marsupio di appunti e dire che mi piace persino scriverla sta storia ^^

kangi986

sì sì continua  :D  :D  :D fai bene :P  :p  :p
ciao a tutti
basciamo le mani
stupido è chi lo stupido fa!!! (Forrest Gump)