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Mi sento come... (fanfic su FF in generale)

Aperto da Lightning, 24 Febbraio 2016, 12:12:18

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Lightning

Ed al centro della stanza, si potevano vedere 14 specchi,
la ragazza esitò perché fu assalita da un timore quasi sacro,
la stanza era scura, ma in un qualche modo era azzurra.
Si avvicinò ad essi tremando, ma non successe nulla.
Sorrise, scotendo la testa. Sciocchezze, si disse.

Guardò l'immagine dello specchio centrale,
era lei, occhi scuri, capelli castani, quasi neri,
media altezza, media corporatura,
espressione tesa.

Voltandosi guardò un altro specchio e non vide se stessa, ma una ragazza vestita di rosa dai capelli castani.
Si voltò in preda al panico, perché chiunque fosse riuscito ad entrare, doveva conoscere il passaggio segreto e questo poteva significare solo guai.
No, era sola nella stanza.
Allora provò a muovere la mano per tentare di raggiungere la superficie dello specchio, ingannata da uno sfondo d'erba fresca, quando anche la ragazza fece lo stesso gesto. Improvvisamente trattenne il respiro e si allontanò verso il centro della stanza, in preda al panico. Fu allora che notò una piccola incisione, così esile che poteva sembrare lo scarabocchio di un bambino, tutt'intorno alle lettere era ancora sparsa la polvere di gesso. L'incisione diceva soltanto una parola, ma lei fu travolta dal suo significato intrinseco e capì la funzione di quella stanza, non aveva nulla da temere.

Tornò di fronte al primo specchio sulla sinistra e toccò la sua superficie, chiedendosi se sarebbe finita in quel prato e poi in quel mondo, ma era ghiacciata, fredda e dura... Con suo grande sollievo studiò senza più alcun timore l'immagine e vide che ogni suo gesto assumeva una sacralità imponente, come se l'energia necessaria ad esso fosse ben calcolata.
E la magia della stanza entrò in funzione, scorrendo dentro di lei e vide la ragazza guardarla e poi parlarle. Parlava come parlano gli specchi, movendo leggermente le labbra, seguendo i passi della sua voce.
Non se ne accorse mai, ma era lei a parlare.
" Io sono Aeris, perché sono andata via, perché fra di noi non è mai successo nulla, perché affronto a viso scoperto i miei problemi."

Passò al secondo specchio e questa volta lo sfondo la sorprese. Rivelava una stanza con una scrivania ed una finestra, il tutto era molto freddo e scuro, però immaginò che fosse la camera della ragazza.

Aveva  occhi castani e la pelle ambrata, i capelli lunghi ed era vestita di nero.

"Sono Tifa, perché tu mi consideri soltanto un'amica, perché oramai il mio unico mezzo di comunicazione con tutti è il telefono, perché avevo scelto di rimanere in silenzio."

Poi la ragazza si voltò ed assunse la sua stessa posizione, rivelando un sorriso fantastico.

"Perché... Perché so trovare la pace nel mio cuore e sperare nel futuro."

Esattamente com'era successo prima, capì che non poteva apprendere altro da quello specchio e si voltò verso il successivo. Quando le avevano detto di quella stanza, aveva dovuto vederla con i suoi occhi, per credere sul serio sulla sua esistenza. Ora la luce del sole, le sembrava soltanto un ricordo, la porta da cui era entrata si era richiusa, forse per sempre, ma non le importava più. Gli specchi non riproducevano l'aspetto fisico, ma quello interiore. E poteva essere rivelato solo gradualmente.


La ragazza bionda con gli occhiali ed i gesti misurati disse

"Io sono Quistis, perché non ho mai capito dove finisse l'affetto e perché ho sempre cercato di prendermi cura della gente."
E vide una ragazza con una buffa acconciatura ed un sorriso perenne.

"Io sono Selphie, perché sorrido sempre quando sono felice."

Notò una ragazza con i capelli scuri, vestita d'azzurro e riconobbe il suo sorriso..

"Io sono Rinoa, perché a volte ho paura, perché il mio anello mi ricorda una persona scomparsa, perché anche io una volta ti ho visto correre ed ho capito che eri come un leone, forte ed inarrestabile."

Vide una donna, la strega.

"Io sono Edea, perché a volte devo rinunciare a molte cose e non lo lascio capire agli altri."

Poi vide una donna dal viso gentile, paziente, gli occhi azzurri ed i capelli castani. Sapeva che era sposata.

"Io sono Raine, perché sono gentile."

Ora una bambina di otto anni si era voltata verso di lei con un'espressione spaventata, aveva i capelli blu ed un corno sulla testa.

"Io sono Eiko, perché non voglio più essere sola."

Notò la principessa vestita di giallo, dai capelli castani molto scuri, che le disse:

"Io sono Garnet, perché ho paura delle responsabilità, ma vorrei crescere ed esplorare il mondo esterno, perché ho perso mio padre."

"Una donna la guardava con occhi critici e lei sperò che non ce l'avesse con lei.

"Io sono Lulu, perché se voglio nessuno può fermarmi."

E vide una ragazzina bionda con una strana acconciatura che rideva, indicando il cielo.

"Io sono Rikku, perché la mia famiglia è una gabbia di matti, perché avevo un amico maschio, perché vado d'accordo con mio fratello."

Una ragazza seria, vestita di nero, capelli grigi ed occhi rossi.

"Io sono Paine, perché voglio farcela da sola, cerco di non parlare agli altri dei miei problemi e se serve, di non avere amici."

Vide una ragazza dai capelli lunghi.

"Io sono Lenne, perché non ho mai detto le mie mille parole e sono stata felice."

Poi vide una ragazza con un vestito lungo, da sposa che stringeva i pugni.

"Io sono Yuna, perché cerco sempre di fare l'eroe, ma poi me ne pento."

E lo specchio cambiò, la ragazza ora aveva i capelli corti.

"E perché sto riniziando, alla ricerca di una felicità che parta da me e non dagli altri."

Poi tutti gli specchi smisero di emanare un chiarore grigio e divennero scuri. Ora flettevano tutti una sola immagine.

Avrebbe potuto essere così, lo sapeva perché l'iscrizione parlava anche di tentazione, di scelte. Solo in quel momento la superficie dello specchio divenne liquida e se lo avesse voluto, avrebbe potuto attraversarla.
La ragazza aveva gli occhi leggermente socchiusi nel tentativo di riconoscere qualcuno, la bocca socchiusa in attesa di rimanere in silenzio o di parlare, i capelli erano aggiustati in un fantastico effetti bagnato. Emanava una strana sensazione delicata, dolce...
Poteva diventare come lei ed essere più bella di qualsiasi altra cosa al mondo.

L'iscrizione parlava anche di un prezzo da pagare e non sapeva quale fosse.
"Qual è il tuo mondo?" Sussurrò, ma nessuno le rispose.

E senza che lei dicesse altro, lo specchio tornò ad essere normale, rivelando il vuoto.
"Era una trappola, vero?"

Lo specchio si illuminò di nuovo, rivelando la sua vera immagine, ma ora era cambiato il suo modo di vederla. Aveva i capelli corti, come quelli di Yuna che ricadevano in modo leggermente sbarazzino, del colore di quelli di Garnet. Le sopracciglia erano sue, mentre gli occhi erano come quelli di Rinoa, ma più espressivi, anche il suo sorriso era di Rinoa, non seppe riconoscere il collo o il decolté..

E si vide allo specchio, bella più di tutte,
ma soprattutto, piena di vita, di possibilità
e di modi di essere che erano solo suoi.
Il suo amore è pieno di odio, Il suo odio è pieno d'amore. Questo è arrivata a sapere, dopo aver camminato nella nebbia, dietro un fantasma che chiamava bene e salute. Le tocca lasciare la rassegnazione, la pazienza. Le tocca restare qui, fuori dell'io e del tu, in una ressa di parole, tutte da districare, da farne cose e gesti.
Nemmeno un istante può fermarsi.