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It isn't raining (fanfic su FF8, FF9, FF10)

Aperto da Lightning, 24 Febbraio 2016, 12:21:16

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Lightning

Quando piove ho spesso la sensazione di sentirmi protetta, al sicuro del mio caldo rifugio. Mi fa sentire viva.
Ma tempo fa, quando ero davvero triste, mi sembrava che il mio spirito volasse fuori dal mio corpo per mescolarsi all'aria. Bagnato da tutte le lacrime che non riuscivo a far nascere, trafitto dalle verità che rappresentavano. Questa sensazione giustificava il vuoto dentro di me. Facendomi male, certo. Ma anche rassicurandomi, facendomi aspettare il sole che avrebbe finalmente illuminato il mio animo. Ancora una volta.
Ma oggi non piove.
Allora perchè scrivo su questo foglio bianco? Perchè macchio il bianco con il nero?
Perchè adesso quando piove non mi sento più protetta, non mi sento più viva.
Il cielo non piange più al mio posto. Adesso quando piove le gocce non fanno altro che cadere e bagnare, incensantemente ma senza convinzione.
Oggi non piove.
Questo non è il frutto di quella sensazione calda che viene ispirata dalla familiartà.
Questo è il frutto di una sensazione opprimente, che mi pervade e mi schiaccia....
Oggi non piove.
....ma è bastato veder volare una piuma sul cielo.

Questo racconto è il messaggio che affido al mare. E' il tesoro che porgo alla terra. E' il desiderio che dono alle stelle. E' il pensiero che libero al vento.
Ma specialmente, è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.

Questo racconto è la mia preghiera. Rappresenta la mia volontà di fermare il destino. Solo questa volta.

Perchè c'è una cosa che non ti ho detto, che nessuno sa. Non ne ho mai parlato. Ho capito che era importante solo quando mi sono accorta di averla cambiata, quasi senza neanche accorgemene.
Quando ho chiuso la porta con il cellulare che squillava ancora, sono andata avanti.
Ma non ho salito le scale.
Mi sono girata e ti ho guardato attraverso la porta. Volevo tornare indietro e fare qualcosa, qualsiasi altra cosa...ma ho saputo solo fermarmi a guardare.
Se chiudo gli occhi, ti vedo.
Ti rivedo mentre scatti sulla destra. E io sono lì che aspetto per un infinito secondo.
Ma so solo voltarmi e correre a casa, senza lacrime, col cuore traballante e la rassegnazione che può nascere solo dal troppo odio per la vita.
Volevo raggiungerti.
Adesso so che questo si chiama amare.
Adesso so che ti ho sempre amato, ma avevo paura.
Adesso, che tu non ci sei più.
Sei lontano.
E io sono qui che ti chiamo ancora e ancora. Ma tu non arrivi come Superman, anche se me lo avevi promesso.
E risuona ancora nei miei ricordi quella parola solenne, come un giuramento....kaybigan(amica).
E risento la tua voce dire -Non ti vedrò più...-
E risento il tuo abbraccio.
E quel bacio mancato.
Ma tu sei lontano.
E io non posso che affidare questo messaggio agli elementi......
non posso che continuare a chiamarti....
...buffo, sapessi tutte le frasi e parole dette che ho risentito in una storia d'amore....in tante storie d'amore.
Ti ho scritto una lettera, sai...penso di aver fatto del mio meglio. Era così sincera e vera da non essere triste, ma da farmi male.

Questo racconto è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.
Ma oggi non piove.

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FINAL FANTASY VIII -Rinoa heartilly-

Quando piove ho spesso la sensazione di sentirmi protetta, al sicuro del mio caldo rifugio. Mi fa sentire viva.
Mia madre è morta in una di queste notti. E' il suo abbraccio che sento.
Ma tempo fa, quando ero davvero triste, mi sembrava che il mio spirito volasse fuori dal mio corpo per mescolarsi all'aria. Bagnato da tutte le lacrime che non riuscirei a far nascere, trafitto dalle verità che rappresentano. Questa sensazione giustificava il vuoto dentro di me, facendomi male, certo. Ma anche rassicurandomi, facendomi aspettare il sole che avrebbe finalmente illuminato il mio animo. Ancora una volta.
Ma oggi non piove.
Allora perchè penso in questo modo? Perchè macchio cosaì i miei ultimi istanti?
Perchè adesso quando piove non mi sento più protetta, non mi sento più viva.
Il cielo non piange più al mio posto.
Adesso quando piove le gocce non  fanno altro che cadere e bagnare, incensantemente ma senza convinzione....e ho deciso di portare con me il suo anello. Per sentire di nuovo il suo abbraccio.
Oggi non piove.
Questo non è il frutto di quella sensazione calda che viene ispirata dalla familiartà.
Questo è il frutto di una sensazione opprimente, che mi pervade e mi schiaccia....
Oggi non piove.
....ma è bastato veder volare nel giardino una piuma sul cielo blu.

Questo racconto è il messaggio che affido al mare. E' il tesoro che porgo alla terra. E' il desiderio che dono alle stelle. E' il pensiero che libero al vento.
Ma specialmente, è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.

Questo racconto è la mia preghiera. Rappresenta la mia volontà di fermare il destino. Solo questa volta.

Perchè c'è una cosa che non ti ho detto, che nessuno sa. Non ne ho mai parlato. Ho capito che era importante solo quando mi sono accorta di averla cambiata, quasi senza neanche accorgemene.
Quando ho sentito il mio nome pronunciato dalle guardie, mi sono fatta avanti.
Ma non le ho raggiunte.
Mi sono girata e ti ho guardato, ignorando le guardie. Volevo tornare indietro e fare qualcosa, qualsiasi altra cosa...ma ho saputo solo fermarmi a guardare.
Se chiudo gli occhi, ti vedo.
Ti rivedo mentre scatti sulla destra. E io sono lì che aspetto per un infinito secondo.
Ma so solo voltarmi ed andare avanti, senza lacrime, col cuore traballante e la rassegnazione che può nascere solo dal troppo odio per la vita.
Volevo raggiungerti.
Adesso so che questo si chiama amare.
Adesso so che ti ho sempre amato, ma forse non sono mai riuscita a raggiungerti.
Adesso che tu non ci sarai più.
Sei lontano.
E io sono qui che ti chiamo ancora e ancora. Ma tu non ci sei, anche se me lo avevi promesso.
.................................................mi avevi promesso che mi aversti aspettato nel nostro giardino, il giardino dei tuoi ricordi.
E risuona ancora nei miei ricordi quelle parole solenni, come un giuramento....-Sarò il tuo cavalliere-.
E risento la tua voce dire -Non voglio combatterti...-
E risento il tuo abbraccio.
E quel bacio mancato.
Ma tu sei lontano.
E io non posso che affidare questo messaggio agli elementi......
non posso che continuare a chiamarti, mentre la compressione temporale mi chiama, mi vuole....

Ti ho salutato, sai...penso di aver fatto del mio meglio. Era così sincera e vera da non essere triste, ma da farmi male.

Questo racconto è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.
Ma oggi non piove.

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FINAL FANTASY IX: Freya

Quando piove ho spesso la sensazione di sentirmi protetta, al sicuro del mio caldo rifugio. Mi fa sentire viva.
Ma tempo fa, quando ho saputo che il nostro regno era destinato a ldeclino, mi sembrava che il mio spirito volasse fuori dal mio corpo per mescolarsi all'aria. Bagnato da tutte le lacrime che non riuscirei a far nascere, trafitto dalle verità che rappresentano. Questa sensazione giustificava il vuoto dentro di me, facendomi male, certo. Ma anche rassicurandomi, facendomi aspettare il sole che avrebbe finalmente illuminato il mio animo. Ancora una volta.
Ma oggi non piove.
Allora perchè penso in questo modo? Perchè macchio il tuo ricordo?
Perchè adesso quando piove non mi sento più protetta, non mi sento più viva.
Il cielo non piange più al mio posto. Adesso quando piove le gocce non  fanno altro che cadere e bagnare, incensantemente ma senza convinzione.
Oggi non piove.
Questo non è il frutto di quella sensazione calda che viene ispirata dalla familiartà.
Questo è il frutto di una sensazione opprimente, che mi pervade e mi schiaccia....
Oggi non piove.
....ma è bastato veder volare una colomba sul cielo.

Questo racconto è il messaggio che affido al mare. E' il tesoro che porgo alla terra. E' il desiderio che dono alle stelle. E' il pensiero che libero al vento.
Ma specialmente, è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.

Questo racconto è la mia preghiera. Rappresenta la mia volontà di fermare il destino. Solo questa volta.

Perchè c'è una cosa che non ti ho detto, che nessuno sa. Non ne ho mai parlato. Ho capito che era importante solo quando mi sono accorta di averla cambiata, quasi senza neanche accorgemene.
Quando ho chiuso il cancello richiamata dal mio dovere, sono andata avanti.
Ma non ho salito la gradinata.
Mi sono girata e ti ho guardato attraverso le sbarre. Volevo tornare indietro e fare qualcosa, qualsiasi altra cosa...ma ho saputo solo fermarmi a guardare.
Se chiudo gli occhi, ti vedo.
Ti rivedo mentre scatti sulla destra. E io sono lì che aspetto per un infinito secondo.
Ma so solo voltarmi e correre al palazzo, senza lacrime, col cuore traballante e la rassegnazione che può nascere solo dal troppo odio per la vita.
Volevo raggiungerti.
Adesso so che questo si chiama amare.
Adesso so che ti ho sempre amato, ma avevo paura.
Adesso che tu non ci sei più.
Sei lontano.
E io sono qui che ti chiamo ancora e ancora. Ma tu non arrivi per proteggermi, anche se me lo avevi promesso.
E risuona ancora nei miei ricordi quella parola solenne, come un giuramento....-Sei la cosa più imporatante, non potrei mai dimenticarti-.
E risento la tua voce dire -Tornerò da te...-
E risento il tuo abbraccio.
E quel bacio mancato.
Ma tu sei lontano.
E io non posso che affidare questo messaggio agli elementi......
non posso che continuare a chiamarti....
...buffo, credevo che sarei morta in quella guerra, ma quando ti ho rivisto, ho capito che essere dimenticata è peggio di morire

Ti ho scritto una lettera, sai...penso di aver fatto del mio meglio. Era così sincera e vera da non essere triste, ma da farmi male.
Il moguri ti troverà? Ho i miei dubbi.

Questo racconto è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.
Ma oggi non piove.

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FINAL FANTASY X: Yuna

Quando piove ho spesso la sensazione di sentirmi protetta, al sicuro del mio caldo rifugio. Mi fa sentire viva.
Ma dieci anni fa, quando ero davvero triste, mi sembrava che il mio spirito volasse fuori dal mio corpo per mescolarsi all'aria. Bagnato da tutte le lacrime che non riuscirei a far nascere, trafitto dalle verità che rappresentano. Questa sensazione giustificava il vuoto dentro di me, facendomi male, certo. Ma anche rassicurandomi, facendomi aspettare il sole che avrebbe finalmente illuminato il mio animo. Ancora una volta.
Ma oggi non piove.
Allora perchè penso queste cose? Perchè mi tormento così?
Perchè adesso quando piove non mi sento più protetta, non mi sento più viva.
Il cielo non piange più al mio posto. Adesso quando piove le gocce non fanno altro che cadere e bagnare, incensantemente ma senza convinzione.
Oggi non piove.
Questo non è il frutto di quella sensazione calda che viene ispirata dalla familiartà.
Questo è il frutto di una sensazione opprimente, che mi pervade e mi schiaccia....
Oggi non piove.
....ma è bastato veder volare un lunicolo sul cielo.

Questo racconto è il messaggio che affido al mare. E' il tesoro che porgo alla terra. E' la danza che dono alle stelle. E' il fischio che libero al vento.
Ma specialmente, è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.

Questo racconto è la mia preghiera. Rappresenta la mia volontà di fermare il destino. Per l'ultima volta.

Perchè c'è una cosa che non ti ho detto, che nessuno sa. Non ne ho mai parlato. Ho capito che era importante solo quando mi sono accorta di averla cambiata, quasi senza neanche accorgemene.
Quando mi hanno detto che saresti svanito, sono andata avanti, ho continuato a combattere.
Ma quando ho capito che stavi svanendo sul serio, tu così vero....non ho sceso le scale.
Mi sono girata e ti ho guardato attraverso le lacrime. Volevo tornare indietro e fare qualcosa, qualsiasi altra cosa...ma ho saputo solo cercare invano di abbracciarti.
Se chiudo gli occhi, ti vedo.
Ti rivedo mentre corri davanti a te. E io sono lì che aspetto per un infinito secondo.
Ma so solo rimanere a guardarti, senza lacrime, col cuore traballante e la rassegnazione che può nascere solo dal troppo odio per la vita.
Volevo raggiungerti.
Adesso so che questo si chiama amare.
Adesso so che ti ho sempre amato, ma avevo paura dei miei sentimenti.
Adesso che tu non ci sei più.
Sei lontano.
E io sono qui che fischio ancora e ancora. Ma tu non arrivi correndo, anche se me lo avevi promesso.
...................................avevi promesso di rimanere con me fino alla fine, ma la mia vita non è finita.
E risuona ancora nei miei ricordi quella parola solenne, come un giuramento....-Ti amo-.
E risento la mia voce dire -Non ti vedrò più...-
E risento il tuo ultimo abbraccio.
E quel bacio incantato.
Ma tu sei lontano.
E io non posso che affidare questo messaggio ai lunicoli......
non posso che continuare a chiamarti....
Ho fatto un discorso a Spira, sai...penso di aver fatto del mio meglio. Era così sincera e vera da non essere triste, ma da farmi male.

Questo racconto è la goccia di pioggia che cade dorata fra l'argento liquido del cielo.
Ma oggi non piove.
Il suo amore è pieno di odio, Il suo odio è pieno d'amore. Questo è arrivata a sapere, dopo aver camminato nella nebbia, dietro un fantasma che chiamava bene e salute. Le tocca lasciare la rassegnazione, la pazienza. Le tocca restare qui, fuori dell'io e del tu, in una ressa di parole, tutte da districare, da farne cose e gesti.
Nemmeno un istante può fermarsi.

Lightning

-Y.-
-R.-
-P.-
-Pronte?-
-Via!-



L'ascensore saliva molto lentamente.
"Ecco, ora sono nervosa anch'io." pensai esattamente come Rikku scuotendo la testa. Ma sorrisi subito, perchè solo pochi attimi prima....

-Ecco, ora sono nervosa.- disse una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi stringendosi in un abbraccio.
-Mi preoccupa l'atteggiamento degli spettatori.- ammise Paine, era vestita di nero come una guerriera.
Dopo la scomparsa degli esponenti, le varie fazioni avevano iniziato a guardarsi con sospetto. Ne erano nate tante ultimamente.
Gli automisti cercavano di valorizzare le macchine agli occhi di chi temeva Sin. Erano per lo più Albhed e questo bastava per avere dei nemici. Questo popolo infatti non aveva mai abbandonato le tecnologie.
Neoyevon era una fazione nata in opposizione a Yevon e si era presa l'impegno di avvicinarsi al popolo.
La lega della Gioventù invece prediceva un cambiamento radicale e per ottenerlo era disposta alle armi.
Yevon era il più antico culto di Spira. Il credo degli invocatori. Nessuno aveva mai osato opporsi, ma erano stati tanti i segreti che aveva celato.
Ora la situazione era degenerata e tutti gli abitanti si stavano rinfacciando i proprio sbagli. Sembrava che la pace dell'eterno bonacciale dovesse finire, a causa delle stesse persone che l'avevano aspettato con tanto ardore.
-Ehy, il pubblico è strano... Oh oh c'e aria tesa!- esclamò Rikku avvicinandosi allo schermo di Shinra, che era solo un bambino, ma sapeva usare benissimo le tecnologie. Le sfere di sua invenzione proiettavano il concerto su tutta Spira, e senza di lui non sarebbe mai stato possibile.
-Quando la finiranno?- chiesi con fare emblematico.
Rikku incrociò le braccia e alzò lo sguardo -Davvero.-. Aveva i capelli lunghi, legati in tante trecce ed un vestito leggero che faceva ricordare l'estate a dispetto dell'atmosfera esterna.
Fu allora che Paine mi guardò con i suoi occhi rossi e i capelli argentati tagliati corti. Disse solo -Sei tu quella che voleva fare qualcosa, Yuna.-
-Sì, ma...-  " Che strana ragazza. Non dà a vedere molto di sé." pensai meravigliata. In quel momento capì come fosse riuscita ad ottenere la mia amicizia senza svelarmi il suo passato. -E' vero.- ammisi.
-Allora facciamo qualcosa.-
-Hai ragione.- e sorrisi.

Come avrei voluto ripetere -Ci pensiamo noi!-  a tutta la squadra dei Gabbiani con la stessa sicurezza..Sorrisi di nuovo...I Gabbiani avevano il compito di cercare ovunque i tesori nascosti e venderli. Ultimamente si trattava solo di sfere. E' per questo che venivamo chiamati i Cacciasfere.
Il portellone rosso si aprì e all'interno della buia astronave penetrarono il vento gelido e fiochi raggi di luce, pioveva.


Pioveva da sempre.

-Noi siamo la pioggia di speranza di Spira.- mi dissero una volta...Pregai di continuare ad esserlo.



Avanzai seguita da Rikku e Paine verso l'estremità della coperta. Ad ogni passo, sentivo nascere qualcosa in me.
L'ansia lasciava spazio ad una fredda sicurazza e la paura ad una leggera soddisfazione.
Il cielo era ricoperto da nubi e squarciato da lampi...ma non aveva importanza. Era come se avessi sempre lasciato una stanza buia per raggiungere i volti della gente.


Gli abitanti di tutta Spira vedendomi smisero di litigare, chi faceva parte di Neoyevon, chi di Yevon, degli automisti e della Lega della Gioventù.
Si trovavano nello stesso luogo ed erano venuti per fare una cosa sola: ascoltarmi ancora.
Esattamente come quando due anni fa celebravamo l'eterno bonacciale, adesso Spira era lì. Per me. In attesa di buone notizie.
Il bonacciale era il breve periodo di tempo di cui Sin aveva bisogno per rigenerarsi. Si trattava di dieci anni, ma per gli abitanti di Spira volevano dire tanto, come alzarsi sapendo di arrivare a vedere un altro tramonto, ed era per questo che dalla sua comparsa gli invocatori si assumevano a caro prezzo la responsabilità di sconfiggerlo ogni volta...

Due anni fa, quando la coscienza di Sin lottò contro i suoi istinti ed accettò la fine...allora tutti erano felici.
"Bel lavoro Yuna. Ce l'hai fatta. Hai salvato tutti noi."
Vedevo finalmante molte facce felici. E so di aver sorriso anch'io. Ma adesso....Quando ricordo...Le persone che dovevano esserci, non erano lì.
Non era stato solo merito mio. Non credevo di poter cambiare ciò che mi era stato prefissato.



-Mille anni fa, prima della comparsa di Sin...Spira era dilaniata da una terribile guerra. Fu questo il grande errore di Spira...- dissi sovrastando i tuoni e la pioggia.
Gli occhi delle persone tremarono al ricordo di Sin, e con loro anche il mio cuore...Le città diventavano sempre più tecnologiche e le persone più diffidenti. Spira si divise e le guerre fra le varie fazioni dilagavano incontrastate. Un giorno una macchina bellica perse il controllo. O meglio, acquisì coscienza e distrusse ogni città e negli anni a venire era attratto da quelle che usavano le macchine. Gli Albhed vennero allontanati e costretti a vivere sulle navi, insieme a Sin.
Quale amara ironia! Un prodotto della mente umana non solo aveva deciso da sola di ribellarsi ai suoi creatori, ma anche di impedire l'uso di ciò che più le somigliava.
Era Sin, lo chiamammo col nome del peccato per ricordare.



-Sin nacque dallo squarcio generatosi da qual tragico conflitto. Negli ultimi due anni, Spira si è scrollata di dosso questo triste passato. Spira sta diventando sempre più luminosa. Questa luce è la nostra forza. Non voglio che si affievolisca.-
Non credevo che qualcuno potesse dire una frase del genere...e tanto mano che sarei stata io a dirla.

- Se ognuno di noi si accorgesse dell'inutilità di combattere, allora splendendo la luce del sole scenderà su di noi. Fino a quel momento pregherò.-

Ma qualcuno aveva cambiato la mia vita, l'aveva salvata e mi aveva strappato via dalle mani del destino.
Perciò non potevo lasciare che tutto questo finisse. Non ora, non davanti ai miei occhi.
Gli abitanti di Spira iniziarono a pentirsi delle parole dette, quante volte avevano pregato Yevon, nell'odio e nell'amore di salvare i loro nemici e i loro amici.



-Ognuno di noi ha convinzioni e ideali diversi. A volte dissentiamo, litighiamo.-
Percepii gli sguardi di Rikku e Paine, forse la biondina dagli occhi verdi ricordava il torneo di blitzball, dove avevo parlato la prima volta davanti a Spira. Rikku era una dei miei guardiani e aveva rischiato la vita tante volte per salvarmi.

Allora, in quell'occasione, avevo annunciato la sconfitta di Sin e proclamato l'eterno bonacciale.
-Ogni persona...
Ogni persona ha perso qualcosa di prezioso.
Ognuno di noi ha perso la loro case, i propri sogni e gli amici.
Adesso Sin è stato final mente sconfitto.
Adesso Spira è sorta di nuovo.
Lavorando noi possiamo ricostruire ancora le nostre case e nuovi sogni.
Benchè io sappia che sarà un viaggio difficile, abbiamo molto tempo di fronte a noi.
Insieme noi ricostruiremo Spira.
La strada è di fronte a noi, perciò partiamo presto, oggi.
Solo, una piccola cosa...
Le persone e gli amici che abbiamo perso...
o i sogni che sono svaniti...
non li dimentichiamoli mai. -



-Ma i nostri cuori possono e devono restare uniti.-

-Un giorno lo sconfiggerò e sarò libera. Io ci credo.- ...Credi in me ancora una volta Spira. Credi con me"



-Crediamoci....- "cosa? Di chi è questa voce che risuona nell'aria, è come se l'avessi già sentita." -anche se siamo divisi, l'amore ci unirà. Questa canzone parla di tutto ciò.- Queste parole... da quanto tempo desideravo dirle, da quanto tempo desideravo...liberarle?



-I know that you're hiding things
using gentle words to shelter me-


Le mie parole volavano leggere fra le gocce di pioggia...



-Your words were like a dream,
but dreams could never fool me
not that easily-


Le persone si guardarono appena.



-I acted so distant then
didn't say goodbuy before you left
but i was listening
you'll fight your battles far from me
Far too easily-


Zanarkand, la magnifica città apparì limpidamente nei miei ricordi, i...miei?
Già, i miei.
Risentii l'eco di quelle dolci parole....ma, non era possibile! Ora, sparivano l'astronave e la Piana dei Lampi.
Non pioveva più. Credo che non fosse mai successo.
Il cielo si copri di mille stelle e l'immagine della mia mente si proiettò sul terreno e l'orizzonte.
Ora tutti la vedevano, la città maledetta, la città tecnologia, la città distrutta da Sin.
I palazzi rossi si stagliavano sul cielo e una larga strada la attraversava, ma solo io sapevo dove conduceva...
Perchè proprio quest'immagine fra le tante della mia confusa immaginazione...?

Era iniziato così il suo racconto, due anni fa. Era proprio questo che videro i suoi occhi quando si illuminarono la prima volta?....
Nessuno credeva venisse da Zanarkand. Dicevano che era stato intossicato da Sin. Così quando si avvicinò per parlarmi, lo allontanarono. Ma io volevo ringraziarlo, perchè era venuto dentro il naos senza conoscermi. Sapendo soltanto che qualcuno stava rischiando la vita, allora non poteva sapere che il destino degli invocatori era già segnato, e questo mi bastava per avere fiducia in lui.
Era bastato dire -Domani mi parlerai di Zanarkand.-.



-'Save your tears 'cause I ll Came back
I could hear that you whispered
as you walked througt that door
but still i swore
to hide the paine when i turn back the pages
shouthing might have been the answer
what if I'd cried my eyes out and begged you not to depart
but now i m not afraid to say what's in my heart-


Dal mio vestito volarono quattro lunicoli, il credo di Yevon voleva che fossero le anime dei morti provocate da Sin. Ma, forse erano generati semplicemente dall'odio. Raggiunsero il cielo. Zanarkand sparì. Una terribile macchina bellica si stagliava nell'aria....
Sin? mormorò qualcuno.
No, questa macchina si chiama Vegnagum. E' stata creata durante la terribile guerra di 1000 anni fa, la stessa che generò Sin. L'unica differenza che le distingue è il bisogno di essere comandata.
Già.
Un ragazzo biondo manovrava quello che sembrava un organo. Cinque lettere morirono sulle mie labbra, Tidus? La somiglianza era davvero impressionante. Lo capii solo in quel momento. Avevo già sentito le sue dolci labbra pronunciare un altro nome. Lo avevo già visto nell'oltremondo e lì mi aveva chiamato con quello stesso nome.
Credevo ci fosse comunque una connessione con lui.
Qualcosa.
Ma mai avrebbe ucciso qualcuno.
Mai.
Piuttosto avrebbe preferito morire.
Si trattava di Shujin, un giocatore di blitzball vissuto mille anni fa a Zanarkand.



-Cause a thousand words
call out to the ages
they'll fly to you
Even thought we can't see I know they're reaching you
Suspended on silver wings-


Poi...Mi sentii sparire. "Sembravi una ragazza alta, con i capelli lunghi. Il tuo stesso vestito sembrava più nuovo e completo. Non eri più tu" mi diranno.
Il suo amore è pieno di odio, Il suo odio è pieno d'amore. Questo è arrivata a sapere, dopo aver camminato nella nebbia, dietro un fantasma che chiamava bene e salute. Le tocca lasciare la rassegnazione, la pazienza. Le tocca restare qui, fuori dell'io e del tu, in una ressa di parole, tutte da districare, da farne cose e gesti.
Nemmeno un istante può fermarsi.

Lightning

Credo che se non fosse successo il mio cuore sarebbe scoppiato in mille pezzi. Cos'era quest'odio? Questo senso d'impotenza? Questa rabbia? Questa determinazione? Questo....amore?
Vidi la ragazza correre verso l'organo. Era Lenne, una famosa cantante di Zanarkand con il dono degli invocatori...una volta iniziata la guerra aveva dovuto scegliere. Ed era partita per difendere il suo popolo, rinunciando alla sua carriera.
Shoujin alzò stupito lo sguardo. Lei aprì le braccia e lo guardò seriamente, ma supplicandolo. Non si sarebbe spostata.
Lui non doveva, non poteva usare quell'abominio....il ragazzo biondo corse da lei e si guardarono. Che importanza aveva adesso l'orgoglio? Quale le idee differenti?
Erano lì.
Lui non credeva di rivederla ancora....l'amava e anche lei, se era tornata. Ma dal lungo corridoio arrivarono le guardie con i fucili carichi.



-On a thousand words
one thousand embraces
will crades you making all of your wear days seen far away
they'll hold you forever-


I due giovani si voltarono verso di loro ma erano troppe . Oltre la loro forza e si disposero per far fuoco. Negli occhi di Lenne si leggeva solo una grande tristezza, ma lui, Shujin, avrebbe lottato fino alla fine, non sarebbe stata quella la fine di tutto. No. Il suo volto venne sfigurato dalla rabbia.
Lei lo richiamò ai suoi occhi. Stavano piangendo, ma non le cadde alcuna lacrima....e chi può udire l'eco delle parole non dette?
Quelle che nascono dal cuore e muoiono nel pensiero prima di sfiorare le labbra?
Penso che questa canzone sia nata in quel momento.
Mille parole mai dette voleranno da te, ti porteranno a casa nelle mie braccia, volando su ali d'argento.
Che sia stata questa la sua ultima promessa?
Si strinsero fra le braccia, chiudendo gli occhi e pregando contro il tempo, per una lieve esitazione, per un inaspettato aiuto.


Gli spari echeggiarono nell'aria.
Inutili ricordi tornarono alla mente.
Sorrisi. Stagliati nel tramonto, o in un'alba?
Ma che importanza aveva....all'ora non c'era la guerra, non c'erano le incomprensioni, non c'erano difficili decisioni da prendere.....
non c'era il dolore....
l'impatto li separò.
Caddero in avanti, ma riuscirono a guardarsi ancora sul gelido pavimento....
lei poggiava riversa e lui disteso.




-On a thousand words ( a thousand words)
have never been spokens
they'll fly to you
they'll carry you home (carry you home)
and back into my arms
Suspended on silver wings ( on silver wings)-


Gli occhi di Shujin erano cristallini, limpidi...chissà il suo ultimo pensiero. Mai avrebbe voluto vederla così.
Che sia stato il suo spirito a imporgli di restare su Spira?
Gli occhi di Lenne divennero vacui....ma una lacrima le cadde veloce, la stessa lacrima di prima.



-And thousand words, ohh
Call out trought the ages-
(call  trought the ages)


Finiva dunque così?
Il guardiano non aveva protetto l'invocatrice e l'invocatrice non era riuscita ad invocare i suoi eoni.
Come riecheggiava nel suo spirito questa canzone e con che potenza si imprimeva nel suo vestito. Lo avrebbe protetto dal tempo e dalle persone, fino ad arrivare ad una giovane ragazza che riusciva a capire cosa provasse. Io.



-they'll crade you (oh yeah)
turning all of the lonelyyears
to only days (only days)
they'll hold you forever.
On thousand words_____________


Il tempio sparì.....io non ero più in compagnia di Lenne, ma ero così stanca.....in quel momento ero stata divisa in due corpi e in due epoche. Avevo vissuto quei momenti grazie alle sensazioni...e non ero cosciente di ciò che mi accadeva intorno. Era impegnata a cantare e avevo solo percepito gli sguardi stupiti di Rikku e Paine, la meraviglia degli abitanti di Spira.
Di quella ragazza che aveva sovrapposto la sua voce alla mia e mi era stata accanto prendendomi la mano, mi rimanevano solo le emozioni, così forti da scoppiare.
Caddi in ginocchio, Rikku e Paine corsero da me preoccupate...così alzai lo sguardo e piansi.


Piansi tanto.



-Sto bene....davvero. E' passato.- dissi a Paine, che non smetteva di fissarmi.



Ma non era vero.

Ricordai in un soffio l'allegria che avevo provato mettendomi il vestito la prima volta.


Lenne, perchè sei stata contenta di trovarmi? Di trovare una persona come me?
Perchè?
Singhiozzai ancora.
La risposta era nel mio stesso dolore. Sapevo cos'aveva provato.
Io sono un'invocatrice. Non l'ho scelto di esserlo, ma ho scelto di rendermi utile.

Mi insegnarono a chiamarlo dono fin da piccola. Avevo vissuto tutta la mia vita credendo di morire giovane. A Beseid, la città in cui sono cresciuta, ho ricevuto il mio primo eone, Valefor, un bellissimo rapace. In seguito mi salvò la vita mentre cadevo dal palazzo di Bevelle. Stavo scappando per la prima volta dalle mie responsabilità, o meglio dalle persone che le rappresentavano. Per diventare un invocatore bisogna ricevere sul proprio corpo l'intercessore. La prima volta ho davvero rischiato la vita, ed è stato in quel Naos che ho visto Tidus. L'unico obbligo che non ho accettato è stato di sposare il capo dei Guado a Bevelle, e questo è successo a causa sua. Durante il viaggio i nostri amici ci rimasero vicino, i miei guardiani.
-Non importa quanto scura sia la notte, il mattino arriva sempre.- mi disse Lulu una volta.
-Muori e diventa libero dal dolore e dall'amore, o vivi e combatti la tua disperazione.- lo disse Auron a Tidus.
-L'unica cosa che dipende dal futuro è l'incertezza.- disse Rikku, la mia cuginetta.
-Impara da ieri. Vivi per oggi e spera per domani.- diceva sempre Wakka.
Verso il viaggio a Zanrkand, Tidus divenne mio amico, e presto qualcosa di più. Non ero stata leale nei suoi confronti, non gli dissi che in realtà il mio era un viaggio di sola andata. Mi pesava così tanto sentire i suoi occhi su di me quando mi giravo per salutare le città, per dire loro addio. Lo scoprì a Guado Salam, la città prima di Zanarkand, la mia ultima tappa. Lì abbiamo parlato tanto, ma nulla era cambiato. Finchè non abbiamo capito che il destino non viene scritto dalle persone. Tidus scoprì di esere un sogno e accettò di lottare con gli intercessori per rompere il ciclo di Sin.

Perciò sapevo cosa aveva provato Lenne nel momento di riverarlo a Shujin.

Due anni fa credevo di aver già vissuto tutta la mia vita. Ricordo le mie parole a lui, frammenti di discorsi ormai scomparsi, quando cercavo di spiegargli la mia scelta...
-Le tue orecchie tremano quando Sin si avvicina...forse quello che hai visto tu era una specie di sogno?-
-Il nostro mondo sta piangendo.-
-io sconfiggerò Sin. Devo farlo.-
-Sin...l'incontrollabile,il flagello della nostra terra. Muore solo per risorgere ancora. portando caos e distruzione.-
-Questo è pensato quando tuo padre è famoso.-
-Solo gli invocatori, l'ultimo invocatore, può sconfiggere Sin.-
-Cerca di scappare dalla realtà...cerca e fallirai...-


Capivo che volesse dire sacrificare i prorpio ideali in qualcosa che ti è imposto, per acquisire troppo tardi la forza di chiederti quanto sia giusto tutto ciò.

-Per aiutare le persone che amo, io darò la mia vita. Per proteggerle. Questo è il destino che mio padre ha scelto per me. E' se ami le persone, se le ami davvero, che tu non lascierai succedere loro qualcosa.- gli dissi una volta. -Se io sconfiggerò Sin, questo farà felici le persone...perchè non dovrei farlo? Io devo fare quello che ognuno vuole, non semplicemente quello che voglio io.- ma Tidus continuava a non capire, a non voler capire. -Io vedrò questo viaggio fino alla fine, l'ho promesso.-
Non era di questo mondo e non si era ancora rassegnato.


Sapevo che volesse dire scegliere fra la tua vita e Spira e il rimorso di qualsiasi scelta.

-Se diventerò Sin, voglio che sia tu a farlo.- gli dissi nel bosco di Macalania, seduta vicino al lago.
-Non dire così...- mi rispose.
nessuno parlò per tanto tempo.


Ma soprattutto sapevo che volesse dire scoprire che tutto può finire in un attimo e perdere la persona che ami.

-Perchè se io sono solo un sogno...non ti vuoi svegliare?- mi chiese.
-Non lo so. Non ti vedrò più.- dissi.
-Ti capisco-


Tidus, il mio guardiano.
Colui che deve proteggere l'invocatrice ed assisterla durante il suo viaggio.
Dopo la comparsa di Sin, il viaggio finiva proprio a Zanarkand, dove avveniva l'invocazione finale. Sarei dovuta morire in quel momento.
Ma non è stato così.
Tidus, non voleva che anche io morissi.

Non capisci? E' semplice, non posso lasciare che Yuna muoia.- disse in preda alla rabbia, davanti agli occhi tristi dei nostri amici.

E' riuscito a trovare il modo di sconfiggerlo definitivamente con l'aiuto degli intercessori. E' a lui che devo la mia vita, ed è per questo che non mi sono lasciata distruggere dal dolore, non volevo rischiare di invocare la morte...

-Io so che il tempo non può cambiare le cose, l'amore che ho per te. Tranne renderlo ancora più profondo con ogni cosa che facciamo.- gli dissi verso l'ultima strada.

-Ma se mai ci separeremo, basta fischiare e io verrò correndo. Non importa come. Ti troverò.- mi rincuorò lui prima di salutarmi.


Come Lenne non volevo ammettere ciò che provavo.

Persino quando mi abbracciò non riuscii a guardarlo negli occhi. Ma quando lo vidi sparire...le mie labbra si mossero da sole -Io ti amo-. Tidus sorrise e corse verso la sporgenza, cadendo nelle nuvole e divenendo parte dell'alba che nasceva. Che noi avevamo lottato per vedere insieme.


Per tutto questo capivo Lenne. Ero sicura che gli avesse detto le mie stesse frasi. Che avesse vissuto le mie stesse emozioni. E avesse fatto le mie stesse scelte, o quasi.
E se le mille parole di Lenne fossero soltanto due?
Io ho vinto il destino che mi era stato imposto. Lenne no.
Forse posso aiutarla a ritrovare lo spirito di Shujin e fargli sentire quelle parole.
Ho una speranza adesso.
Gli eoni non sarebbero mai più potuti apparire. La loro invocazione era concessa dagli intercessori. Ma gli intercessori erano sogni di Sin, come Tidus.
Che sia possibile tornare dall'oblio? Potrei incontrarlo nell'oltremondo esattamente come ho incontrato Shujin. In fondo anche io ho le mie mille parole da dire...
chiusi gli occhi. Sì, ci pensavo ogni sera. Sognavo ogni sera quel momento. Lo desideravo.

Mi manchi, mi manchi molto.
Non ti dimentico, e, oh questo è così triste.
Spero che tu mi possa sentire adesso.
Lo ricordo chiaramente, il giorno in cui sei svanito nel vuoto è stato il giorno in cui ho capito che non nulla sarebbe stato uguale.
Non mi sono girata per darti un bacio d'addio.
Speravo di rivederti ancora.
So che non posso.
Ho sentito il mio profondo risveglio.
Non volevo che tu ti svegliassi.
Mi trattenni dal chiedere -Perchè?- e dal dire -Non posso accettarlo.-
Non mi ingannavo.
E' successo.
Tu sei trapassato. Adesso sei andato via, dove io non posso più chiamarti indietro.
Il giorno in cui sei svanito nel vuoto...
Mi sei mancato.

Aiutando Lenne, aiuterò me stessa. Sentii di nuovo sprigionare sicurezza dal mio vestito.



-Cosa dice Shinra?- chiese Paine interrompendo i miei pensieri. Beh, forse non erano solo miei.
-Che potrebbe essere qualche...interferenza con le onde sfere- rispose Rikku, appena tornata dalla plancia -la looksfera di Yunie e lo sferoschermo hanno interferito l'uno con l'altro e...la consapevolezza impressa nella looksfera è stata proiettata sulllo schermo....o qualcosa del genere.-
-Si, ma non spiega perchè è accaduto.- continuò Paine.
-A questo mi ha risposto : "Sono solo un bambino"...-
-E' Lenne. Ho cantato i suoi sentimenti, li sentivo crescere dentro di me fino a scoppiare.- risposi.
-Allora i due che abbiamo visto erano Lenne e Shujin?- mi chiesero.
Feci un leggero cenno con la testa e il vestito sparì fra mille spirali di stelle

The And.



Dedicato a chi porta il peso dei ricordi con se'.
                                  ...Sappia che forse il loro compito non è finito.
Il suo amore è pieno di odio, Il suo odio è pieno d'amore. Questo è arrivata a sapere, dopo aver camminato nella nebbia, dietro un fantasma che chiamava bene e salute. Le tocca lasciare la rassegnazione, la pazienza. Le tocca restare qui, fuori dell'io e del tu, in una ressa di parole, tutte da districare, da farne cose e gesti.
Nemmeno un istante può fermarsi.