Arte e follia... Non ci sono due parole migliori per descrivere Killer7.
L'opera di Suda 51 non può essere chiamata soltanto un videogioco; certo, esiste come tale, ma non si limita a far divertire il giocatore. Anzi, qualche volta l'aspetto artistico mette in un angolo la giocabilità.
Ma diamo un'occhiata al gioco vero e proprio.
In un futuro alternativo, il mondo è riunito sotto le Nazioni Unite e, finalmente, in pace. La guerra è solo una fantasia; se qualcuno tenta di compiere un attacco missilistico, questo viene subito intercettato e fatto esplodere. Trasformato in un semplice fuoco d'artificio.
Il sogno finisce con l'emergere d'un gruppo di terroristi chiamati Heaven Smile. I suoi membri sono capaci di tramutarsi in bombe umane e di esplodere in ogni momento, forti anche della loro invisibilità ai comuni esseri umani.
Gli unici a poterli contrastare sono un gruppo di assassini professionisti, i Killer7. Un gruppo eterogeneo, composto d'una sola persona con sette personalità indipendenti. Difatti il capo di questo gruppo, Harman Smith, è un vecchio su una sedia a rotelle: costui può però trasformarsi senza problemi in uno degli altri membri. Anche fisicamente. Coyote Smith, un ladro messicano, MASK De Smith, un lottatore di Wrestling, Dan Smith, un ex-gangster, KAEDE Sumisu, una donna giapponese, Con Smith, un adolescente cieco, Kevin Smith, un albino. Inoltre è presente una personalità speciale, Garcian Smith, un afroamericano; questo ha la capacità di recuperare i cadaveri delle altre personalità sconfitte in battaglia e riportarle in vita.
Killer7 è un gioco d'un genere ormai quasi dimenticato... Uno shooting game su binari. Ossia, potete solo andare in avanti ed indietro e percorrere occasionali bivi. Non è possibile fuoriuscire dai binari preimpostati. Ciononostante, riesce comunque a funzionare bene. Anzi benissimo. Questa particolare scelta permette al gioco di effettuare inquadrature altrimenti impossibili in un normale shooting game. E la grafica, un cell shading crudo e stilizzato, non è di certo un prodigio della tecnologia ma riesce a colpire ed a sposarsi perfettamente con l'ambientazione. La componente shooting è inoltre arricchita da una parte adventure; bisogna raccogliere oggetti ed utilizzarli al posto giusto per andare avanti.
Comunque, dal punto di vista della giocabilità, Killer7 non è niente di straordinario; divertente, sicuramente, diverso dal solito, di certo, ma non straordinario. Ciò in cui eccelle è il valore aggiunto dato dall'arte. Personaggi... Grafica... Ambientazione... Una trama che, nella sua brevità, riesce a superare come complessità e potenza quella di numerosi mostri sacri tra i videogiochi, come i capolavori Square o quelli di Kojima. La storia di Harman Smith riesce a toccare, in maniera anche piuttosto approfondita, numerosi argomenti: religione, psicologia, politica, etica... Il finale vi darà parecchio da pensare e vi farà venire voglia di informarvi sulla situazione politica di Giappone ed U.S.A.
Killer7 non è mai stato rilasciato in italiano. Se volete giocarci, sappiate che vi sono numerosi dialoghi in inglese non sottotitolati. Certo, è possibile recuperare da GameFAQs gli scripts di queste parti e ricontrollarli se ci si è dimenticati qualcosa... Ma se non capite ciò che succede per via della barriera linguistica, perdete una buona fetta di gioco.
Un'ultima cosa: Killer7 è crudo. Molto.
Chi ama la complessità di Finch e la spettacolarità da B Movie di Tarantino si troverà a suo agio. I personaggi durante le sparatorie sputano sequele di "fuck" e derivati, come se fosse un mantra. C'è sangue, c'è truculenza, c'è anche cattivo gusto, c'è qualche accenno al sesso.
Superate l'atmosfera da B movie, superate la barriera linguistica e vi ritroverete una delle migliori esperienze videoludiche della vostra vita; Killer7 appassiona, stordisce, fa riflettere ed elucubrare.
L'opera di Suda 51 non può essere chiamata soltanto un videogioco; certo, esiste come tale, ma non si limita a far divertire il giocatore. Anzi, qualche volta l'aspetto artistico mette in un angolo la giocabilità.
Ma diamo un'occhiata al gioco vero e proprio.
In un futuro alternativo, il mondo è riunito sotto le Nazioni Unite e, finalmente, in pace. La guerra è solo una fantasia; se qualcuno tenta di compiere un attacco missilistico, questo viene subito intercettato e fatto esplodere. Trasformato in un semplice fuoco d'artificio.
Il sogno finisce con l'emergere d'un gruppo di terroristi chiamati Heaven Smile. I suoi membri sono capaci di tramutarsi in bombe umane e di esplodere in ogni momento, forti anche della loro invisibilità ai comuni esseri umani.
Gli unici a poterli contrastare sono un gruppo di assassini professionisti, i Killer7. Un gruppo eterogeneo, composto d'una sola persona con sette personalità indipendenti. Difatti il capo di questo gruppo, Harman Smith, è un vecchio su una sedia a rotelle: costui può però trasformarsi senza problemi in uno degli altri membri. Anche fisicamente. Coyote Smith, un ladro messicano, MASK De Smith, un lottatore di Wrestling, Dan Smith, un ex-gangster, KAEDE Sumisu, una donna giapponese, Con Smith, un adolescente cieco, Kevin Smith, un albino. Inoltre è presente una personalità speciale, Garcian Smith, un afroamericano; questo ha la capacità di recuperare i cadaveri delle altre personalità sconfitte in battaglia e riportarle in vita.
Killer7 è un gioco d'un genere ormai quasi dimenticato... Uno shooting game su binari. Ossia, potete solo andare in avanti ed indietro e percorrere occasionali bivi. Non è possibile fuoriuscire dai binari preimpostati. Ciononostante, riesce comunque a funzionare bene. Anzi benissimo. Questa particolare scelta permette al gioco di effettuare inquadrature altrimenti impossibili in un normale shooting game. E la grafica, un cell shading crudo e stilizzato, non è di certo un prodigio della tecnologia ma riesce a colpire ed a sposarsi perfettamente con l'ambientazione. La componente shooting è inoltre arricchita da una parte adventure; bisogna raccogliere oggetti ed utilizzarli al posto giusto per andare avanti.
Comunque, dal punto di vista della giocabilità, Killer7 non è niente di straordinario; divertente, sicuramente, diverso dal solito, di certo, ma non straordinario. Ciò in cui eccelle è il valore aggiunto dato dall'arte. Personaggi... Grafica... Ambientazione... Una trama che, nella sua brevità, riesce a superare come complessità e potenza quella di numerosi mostri sacri tra i videogiochi, come i capolavori Square o quelli di Kojima. La storia di Harman Smith riesce a toccare, in maniera anche piuttosto approfondita, numerosi argomenti: religione, psicologia, politica, etica... Il finale vi darà parecchio da pensare e vi farà venire voglia di informarvi sulla situazione politica di Giappone ed U.S.A.
Killer7 non è mai stato rilasciato in italiano. Se volete giocarci, sappiate che vi sono numerosi dialoghi in inglese non sottotitolati. Certo, è possibile recuperare da GameFAQs gli scripts di queste parti e ricontrollarli se ci si è dimenticati qualcosa... Ma se non capite ciò che succede per via della barriera linguistica, perdete una buona fetta di gioco.
Un'ultima cosa: Killer7 è crudo. Molto.
Chi ama la complessità di Finch e la spettacolarità da B Movie di Tarantino si troverà a suo agio. I personaggi durante le sparatorie sputano sequele di "fuck" e derivati, come se fosse un mantra. C'è sangue, c'è truculenza, c'è anche cattivo gusto, c'è qualche accenno al sesso.
Superate l'atmosfera da B movie, superate la barriera linguistica e vi ritroverete una delle migliori esperienze videoludiche della vostra vita; Killer7 appassiona, stordisce, fa riflettere ed elucubrare.